“Chi va piano, va sano e va lontano” non è un proverbio che si adatta bene al mondo di Internet. Tant’è vero che il 40% delle persone abbandonano un sito dopo 3 o 4 secondi di attesa del caricamento.
Che ripercussioni potrebbe avere questo, ad esempio, se gestissi un e-commerce?
Un calo delle vendite, a vantaggio dei tuoi concorrenti: infatti il 75% dei consumatori, se il primo sito visitato è lento, migrerà su quelli successivi. Inoltre, difficilmente tornerà sul tuo. Perciò possiamo affermare che un sito WordPress lento rallenta anche il tuo business.
Al contrario, quali sono i vantaggi che porta un sito ottimizzato e scattante?
Possiamo suddividerli in tre categorie:
- Una migliore esperienza per gli utenti, che si soffermeranno più a lungo sul tuo sito e visiteranno più pagine. Questo si traduce anche in una frequenza di rimbalzo più bassa.
- Ormai da anni, i tempi di caricamento sono uno dei fattori di ranking che Google utilizza per posizionare i siti sui risultati di ricerca. Quindi Google tenderà a penalizzare un sito WordPress lento; ma se fosse ottimizzato potrebbe aiutarlo a scalare la vetta delle SERP.
- Avvantaggia gli utenti che consultano il tuo sito da mobile (sono ormai una grossa fetta della popolazione).
C’è da dire che non tutti i siti sono uguali.
Alcuni sono più semplici da ottimizzare e sono più portati a performare meglio: è il caso dei siti statici, come blog, portfolio o siti informativi aziendali. Al contrario, i siti dinamici, che comprendono ad esempio e-commerce, forum e siti che offrono corsi online devono far fronte a un numero elevato di utenti e richieste, il che significa effettuare frequenti transazioni con i server e continui cambiamenti di dati. Questi ultimi in un sito statico sono decisamente ridotti, anche grazie alla possibilità di sfruttare il caching (ne parleremo meglio tra poco).
Server, dati… ma come funziona?
La visualizzazione di un sito web assomiglia a quello che potrebbe accadere in un negozio.
Immagina di entrare e chiedere di un prodotto alla commessa. Quest’ultima contatta il magazzino e chiede se è disponibile, dando le specifiche dell’oggetto in questione. Se c’è, te lo consegnano e l’acquisto va in porto.
Allo stesso modo, quando inserisci sul browser (client) il nome del dominio su cui vuoi andare, la richiesta viene trasmessa al server, ovvero il luogo che ospita il sito. A sua volta, il server rimanda i files al browser, permettendoti di visualizzare il sito.
Sembra un processo abbastanza semplice messo così, no?
Invece possono esserci molti fattori che lo rallentano. Andiamo a scoprire quali e che soluzioni adottare per passare da un sito WordPress lento a uno agile e performante.
7 spunti per prenderti cura di un sito WordPress lento.
In primis, è importante che valuti l’effettiva lentezza del sito che vuoi ottimizzare. Per farlo puoi utilizzare diversi strumenti gratuiti, a partire da Page Speed Insights (da collegare eventualmente a Search Console), il quale analizza la pagina all’indirizzo che gli fornisci, restituendoti un quadro approfondito, con tanto di suggerimenti per migliorare. In alternativa puoi provare Pingdom o Speed, una soluzione tutta italiana.
Una volta avuta la conferma che è proprio la velocità a penalizzarti e non altri fattori, puoi partire da questi 7 spunti per ottimizzare il tuo sito.
1. Snellisci le immagini
Una delle principali criticità di un sito Worpress lento sono i file visivi: immagini grandi come una affresco della Sistina e troppo pesanti. Riducendo le loro dimensioni puoi evitare che il browser, ogni volta, debba prima caricarle e poi comprimerle. Qualora non avessi a disposizione software come Photoshop, esistono diversi strumenti online che eseguono questa operazione gratuitamente, ad esempio Squoosh o Compressor.
2. Lazy Loading, per un sito pigro ma tutt’altro che lento
A proposito di immagini, un’altra opzione per aumentare le performance di un sito lento è il Lazy Loading, o “caricamento differito”. Questo metodo consente di caricare le immagini, ma ritardare download e rendering che non sono visibili immediatamente al visitatore, perché, ad esempio, si trovano più in basso nella pagina. Questa strategia è particolarmente utile se il tuo sito o blog presenta molti contenuti visivi. Perciò, se questo è il tuo caso, ti suggeriamo due plugin per WordPress: a3 Lazy Load e Lazy Load di WP Rocket. Scegli quello giusto per te e inizia a migliorare la qualità di navigazione sul tuo sito.
3. Rimuovi i plugin inutilizzati e accertati della loro qualità
A volte capita di installare un plugin per provarlo o perché potrebbe essere utile, ma poi, di fatto, resta poco utilizzato o non è veramente necessario. Accumulare un gran numero di plugin non solo può creare problemi di compatibilità, ma è una zavorra che rischia di rallentare il sito, in particolare se il loro codice non è scritto tenendo in conto le prestazioni.
*Breve tutorial*
Per eliminare un plugin da un sito WordPress puoi andare sulla Dashboard, alla sezione Plugins > Plugins installati, selezionare quello/i che vuoi togliere e cliccare “Disattiva”. A questo punto compariranno due opzioni diverse, laddove c’era il pulsante per disattivarli: “Attiva” o “Elimina”. Concludi l’opera.
Alcuni plugin, tuttavia, soprattutto quelli che hanno a che fare con la cache, se disinstallati con la procedura di base, potrebbero lasciarsi dietro tabelle che, a lungo andare, appesantiscono il database. Spesso, se sono ben fatti, dovresti poter trovare nella loro documentazione le istruzioni per una disinstallazione completa, in caso contrario puoi cercare su Google informazioni per ripulire il database manualmente.
4. Alleggerisci grazie alla cache il carico sui visitatori che tornano sulle tue pagine
Attivando le opportune opzioni di caching grazie a plugin o a servizi esterni come Cloudflare, è possibile fare in modo che i browser mantengano in memoria una copia degli elementi statici del sito, immagazzinandoli a livello locale. In questo modo puoi evitare che un visitatore, ogni volta che naviga sul tuo sito, debba scaricare nuovamente i files, abbattendo così i tempi di caricamento.
5. Inizia a usare una CDN
Questa parola indica una “Rete per la consegna dei contenuti”, una soluzione particolarmente consigliata se la maggior parte dei tuoi utenti è sparsa in giro per il mondo. Di cosa si tratta? In breve, è una rete di server che collaborano tra loro per far arrivare agli utenti contenuti (spesso anche di grandi dimensioni) nel modo più efficiente possibile, ovvero attraverso o il nodo più vicino geograficamente all’utente o attraverso quello col minor carico di lavoro. Infine le CDN come Cloudflare alleggeriscono la pressione sul tuo server funzionando come una sorta di intermediario. In che modo? Creano a loro volta una copia degli elementi statici del tuo sito che si rinnova dopo un numero stabilito di ore, in modo da poter rispondere alle richieste che riguardano gli elementi statici senza gravare sul server.
6. Minimizza JavaScript e CSS
Minimizzare, ovvero comprimere JavaScript e CSS è un metodo per ridurre la dimensione del tuo sito web. Ci sono diversi plugin che ti permettono di raggiungere questo risultato, come Autoptimize e WP Speed of Light. C’è anche un altro aspetto interessante che riguarda il Minify di JavaScript e CSS…
Immagina una mamma al parco con i figli che giocano sparsi qua e là. Per riuscire ad andare a casa le toccherà chiamarli per riunirli o andare direttamente a recuperarli.
Minimizzare JavaScript e CSS significa rendere più facile la vita al server-mamma: infatti i files vengono combinati tra loro e non devono più essere chiamati da molte aree diverse, riducendo così i tempi di risposta del sito.
7. Correggi i link e le richieste non più funzionanti
Abbiamo visto che, quando il browser riceve una richiesta, inizierà a cercare il file corrispondente. Ma se quella risorsa non fosse più disponibile? Non trovandola, controllerà una seconda volta per confermare che realmente non ci sia, allungando così i tempi di caricamento. Inoltre, i tuoi utenti potrebbero incappare in pagine che non funzionano e la user experience ne risentirebbe.
Come si fanno a individuare questi errori?
Non servono strane magie da webmaster. Un sito come Aherfs può servirti per un controllo rapido e immediato dei link non funzionanti; se invece intendi fare un lavoro più metodico, Google Analytics è un’opzione valida. Puoi quindi rimpiazzare link ormai inutilizzabili con quelli aggiornati oppure, qualora tu lo ritenga, puoi eliminarli definitivamente.
In conclusione
Questi sono alcuni spunti pratici che possono permetterti di ottimizzare un sito WordPress lento. Ci sono anche altri accorgimenti, in primis la scelta di un servizio di web hosting di qualità, che possono influire sulla resa di un sito, ma alcuni richiedono approfondimenti e competenze tecniche più specifiche o avanzate. In alternativa, però, esistono numerosi plugin che, nella maggior parte dei casi, possono aiutarti a portare avanti le modifiche necessarie per migliorare le performance del tuo sito.
Quindi la velocità è tutto?
Non è detto. Ricordiamoci sempre di affiancarle un ingrediente essenziale: la qualità.